L’ultimo animale

Premessa
L’ultimo animale nasce da un’indagine sul bacio di Giuda, tematica che ho affrontato assieme a Linda Dalisi e Letizia Russo all’interno della prima fase del concorso di drammaturgia indetto da Antonio Latella per Biennale College 2018.
Tradire Gesù fu dettato dal troppo amore che scatenò l’invidia? Ma cos’è il tradimento all’interno di una amicizia? Quali sono i confini tra l’amicizia e l’amore?

Sinossi
Cristi vive in affitto a casa di Giudi, sua migliore amica. Cristi passa le giornate allenandosi, Giudi sperimentando nuove ricette. C’è un buco su una parete della camera di Cristi, ma Giudi non ha mai tempo di farlo riparare. A insaputa di Giudi nel buco abitano due procioni – Proc e Chino – ed un bruco di nome Bruka. Gli animali vengono nutriti ed accuditi da Cristi, unico loro tramite con l’esterno, che promette continuamente un futuro migliore. Ma alle parole non seguitano mai i fatti. Ed è proprio quel bosco, promessa non mantenuta, a fungere da motore della storia.

Note di regia
In questo lavoro io e le attrici ci confrontiamo con un testo sull’amicizia, la fiducia ed il tradimento. Indaghiamo la natura ed i confini di un tipo di rapporto che, come tutti i rapporti d’amore, sfocia inevitabilmente in una relazione di potere. In fase di lettura non ho assegnato ruoli ed ogni attrice ha sperimentato ciascun personaggio.
Questo mi è servito per indagare le dinamiche di potere che si creano all’interno di un gruppo di lavoro al femminile, dove ognuno porta avanti le proprie pretese, come  quella di accaparrarsi il ruolo preferito o farlo anche solo per il gusto di toglierlo ad un’altra. In un mondo che con grande ipocrisia idealizza le donne in un orizzonte favolistico in cui tutto ciò che c’è di marcio pare avere attributi maschili, noi sviluppiamo il concetto che il male è qualcosa di universale.
La scelta di non assegnare subito i ruoli è, inoltre, dovuta alla stessa natura delle figure che ho disegnato: ciascuna contiene un elemento che è proprio della personalità di Cristi. Tutte ne sono una sua possibile emanazione mentale. Di conseguenza, desideravo che le attrici si mettessero ognuna nei panni dell’altra.
Dopo aver assegnato i ruoli ho mostrato alle ragazze il mondo che desideravo creare con loro. Ho ripetuto tante volte la parola “follia” durante le prove perché lasciarsi andare alla follia, all’istinto, all’animalità è necessario per affrontare questo testo. Mi ritrovo, inoltre, in quello che sostiene Susan Kennedy, regista che stimo molto. Per capire l’umano alle volte bisogna andare nel disumano. Allontanarsi dalla realtà serve per comprenderla meglio. Ho chiesto alle attrici di sentirsi non umane. Quasi parte di un cartoon. Sentirsi leggere, non prendendosi sul serio. Eliminare psicologia, pathos. Recitare le battute come fossero note di uno spartito musicale. Per dar vita a quello che ci piace definire un cupcake avvelenato.

Note di drammaturgia
La relazione tra Cristi e Giudi è ostile, simbiotica, conflittuale. Sono un po’ Joan Crawford e Bette Davis in Whatever Happened to Baby Jane; un po’ Drew Barrymore e Jessica Lange in Grey Gardens – Dive per sempre.
La morbosità del rapporto è data principalmente dal fatto di condividere la stessa casa da tanti anni. Casa che è rifugio, luogo di protezione. L’esterno appare faticoso da affrontare. Fuori ci sono troppe possibilità, troppe scelte da compiere.
È più semplice restare a casa a preparare dei cupcake (Giudi ha una ossessione per la cucina americana e sogna di diventare una chef-influencer su Tiktok) o ad allenarsi, come fa Cristi.
Il rapporto tra le ragazze procede in un macabro e perfetto equilibrio. Tutto inizia ad incrinarsi quando Giudi conosce un ragazzo. Come per Proteo e Valentino che, nei Due gentiluomini di Verona, vedono la loro amicizia disintegrarsi quando entrambi si scoprono innamorati di Silvia, così qui l’equilibrio nel rapporto tra Cristi e Giudi si altera quando un terzo si intromette nel loro amore.
C’è poi la questione del buco e degli animali che vi abitano. Durante la scrittura  non avevo volutamente pensato a come dar loro vita. Intendevo scrivere una storia in cui la protagonista si rapportasse a degli animali parlanti. Quasi come un rapporto infantile con dei pupazzi, a cui da piccoli parlavamo. Gli animali qui sono amici, confidenti ma anche (e soprattutto) creature dipendenti da Cristi, di cui lei si sente responsabile e che le chiedono continuamente cibo.
Quel buco nero dove essi abitano è una porta verso l’inconscio, l’istinto, l’animalità appunto. Proc è un pò come l’armadillo di Zerocalcare: quella voce che ci conosce molto bene, che la sa più lunga di noi ed alla quale ci è impossibile mentire. Chino è puro istinto, ha sempre fame. Vive in mondo tutto suo che solo ogni tanto si incrocia con quello degli altri. Bruka è selvaggia, erotica, spavalda, ma anche tenerissima. Apparentemente la più aggressiva, in realtà la più innocente del trio.
Questi esseri sono costretti in un luogo che non gli appartiene e vogliono quindi lasciarlo, per andare a vivere nel loro habitat naturale. Cristi promette di portarli presto in un bosco. Ma così come Giudi esita a farle sapere quando riparerà il buco, così Cristi non sa esattamente quando libererà i suoi animali.
Pur sentendosi responsabile nei loro confronti, ed in colpa quando non se ne prende la dovuta cura, Cristi finisce per spesso trascurarli. E così il suo comportamento rompe il loro legame fraterno: Chino mangia Bruka per non morire di fame.
La natura delle relazioni tra gli abitanti della casa viene fuori proprio nel rapporto con il cibo, nodo attraverso cui i vari rapporti si dispiegano. Cristi spesso lo nega agli animali, per disattenzione più che per volontà, privandosene lei stessa nel corso delle giornate per seguire una dieta ossessiva.
Il cibo però, sotto forma di creazioni culinarie di stampo americano, le viene incessantemente offerto da Giudi, che vive un bisogno costante di provare nuovi piatti. E’ attraverso il cibo che tutti si definiscono. Il cibo è ciò che dà e toglie potere all’interno del testo: chi ce l’ha non ne ha bisogno, chi non lo ha lo desidera. Esso è la merce di valore all’interno dell’ecosistema ed è ciò che muove all’azione.

 

CREDITS

Drammaturgia e regia Caterina Filograno
Con Francesca Porrini, Alessia Spinelli, Emilia Tiburzi, Anahì Traversi, e Carlotta Viscovo
Assistente alla regia Sebastian Luque Herrera
Costumi Giuseppe Di Morabito
Progetto audiovisivo  Francesco Emmola
Consulenza sull’immaginario estetico Beatrice Papa
Consulenza al movimento Aurelio Di Virgilio
Consulenza alle scene Paolo di Benedetto
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale

DEBUTTO marzo 2022, Teatro i, MILANO

DURATA 1 ora

MEDIA

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