L’opera, di impronta storica, ripercorre le vicende della Seconda Guerra Mondiale ispirandosi ad un episodio realmente accaduto e seguendo tre linee narrative.
Sono gli ultimi mesi di guerra. Ci troviamo a Königsberg, un luogo di confine dove avviene la ritirata tedesca, spinta dall’avanzata russa. Nella “città dei sette ponti” una partigiana salva una sedicenne dalla deportazione e la porta in un bordello perché venga tenuta nascosta. La ragazza si chiama Irma Kohn, e vivrà alcune settimane in compagnia delle ragazze nella “casa chiusa”. Irma ha visto scomparire la sua famiglia e la sua casa, sta crescendo, è un’adolescente moderna e irrequieta.
La seconda linea narrativa è condotta da Kat, ebreo come Irma ma impegnato nello Judenrat, il consiglio ebraico che riceve ordini dai nazisti e compila elenchi di deportati. Kat si muove su un crinale tra vita e morte, obbedienza e rivalsa, sensi di colpa e autoassoluzione. Kat frequenta il bordello. Kat sa che dall’ultimo elenco manca una deportata, fuggita. Se non la trova, sono guai seri.
Nella terza linea narrativa troviamo Wolf: ufficiale nazista della prima ora, ha la missione di deportare gli ebrei del luogo per poi guadagnarsi il ritorno a casa. Spietato contro coloro che odia, ha nostalgia della moglie. Cerca Irma Kohn, va a caccia di animali nel bosco e di ebrei in città, frequenta il bordello.
Quella di Irma Kohn è una storia che parla di confini, reali e simbolici. Il primo è quello temporale: la storia è collocata nelle ultime settimane della Seconda Guerra Mondiale, in quei giorni che separano il caos del conflitto dal caos più felice della ricostruzione. Il secondo è quello fisico: la città che ospita il dramma è Konigsberg, luogo al contempo affascinante e raccapricciante, sede dei nazisti impegnati nella deportazione e nello sterminio degli ebrei e tappa dell’esercito sovietico in arrivo. Il terzo, invece, è un confine intimo, tutto interno a Irma, la protagonista, ragazza sedicenne nel cui nome riecheggia la discriminazione ebraica, lo stereotipo del “giudeo” ben al di là della violenza nazista. L’ultimo, infine, riguarda l’identità dei protagonisti, sempre sul limite tra male e bene, in una situazione dove tutto si confonde

CREDITS

di Matteo Corradini
Dramaturgia Tatjana Motta
regia Pablo Solari
Collaborazione alla regia Woody Neri
con Francesco Aricò, Maria Caggianelli Villani, Maria Canal, Valentina Cardinali, Luca Mammoli, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Woody Neri
Scene Maddalena Oriani
Costumi Marta Solari
Sound designer Alessandro Levrero
Luci Fabio Bozzetta
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Centro Teatrale MaMiMò, Istituto Fondazione Dramma Popolare di San Miniato

In occasione della LXXVI Festa del Teatro di San Miniato Elsinor Centro di Produzione Teatrale presenta in prima nazionale Irma Kohn è stata qui, spettacolo firmato dal giovane regista Pablo Solari e tratto dall’omonimo romanzo di Matteo Corradini, edito da Rizzoli

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