L’operazione

Spettacolo di successo, L’operazione ironicamente smaschera ipocrisie, illusioni e crudeltà del mestiere precario dell’attore. Quattro attori di oggi mettono in scena un testo scritto da uno di loro che parla di quattro terroristi clandestini negli anni di piombo. E ne viene fuori una commedia umoristica dal sapore dolce e amaro. Osserviamo come vivono quattro quarantenni fra i più precari di tutti i precari: gli attori. Creature sospese tra l’alto ideale creativo e la grettezza di un contratto di scrittura e una piccola recensione che dia conforto. Chiusi in uno spazio sotterraneo, come topi operosi, alle prese con le prove di uno spettacolo sui brigatisti, lavorano, si confrontano, litigano, si confidano, sperano e si deprimono. Si scontrano sull’attualità delle “necessarie nuove forme” del teatro, sulla utilità o meno della rappresentazione dell’arte, e si convincono pervicacemente che l’unico sbocco per uscire alla luce del sole è farsi recensire dal critico più potente d’Italia, l’unico che ha davvero il potere di dare senso e consenso al loro lavoro e alle loro vite sommerse. Nonostante il grande successo di pubblico, avendolo invano invitato, il potente critico, divenuto ormai una vera ossessione, non fa fede alla sua promessa di assistere allo spettacolo, gettando nello sconforto la banda dei quattro. Accecati dal delirio combattente dei personaggi che interpretano sulla scena, più come Ferribbotte e Capannelle de “I soliti ignoti” che come Curcio e Morucci delle Br, sequestrano l’autorevolissimo personaggio alla maniera dei sequestri lampo delle prime cellule brigatiste degli anni ’70, costringendolo con le cattive a vedere il loro lavoro.

ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA

“Grandi risate con attenzione all’umanità nascosta dei personaggi. (…) L’Operazione nasce per smascherare col sorriso le ipocrisie, le illusioni e la crudeltà del mestiere dell’attore. La cosa oltremodo curiosa è l’argomento scelto per questa azione pirandelliana: gli anni di Piombo.
Una riflessione semiseria anche sul rapporto tra chi il teatro lo fa, e chi ne scrive.”
MICHELE WEISS – LA STAMPA

“Entusiasmante: l’aggettivo sembra quasi riduttivo parlando di L’Operazione.
L’Operazione sa emozionare, far ridere, riflettere, senza dimenticare un tocco surreale, (…) Gli attori, da parte loro, sanno passare da momenti altamente drammatici ad altri ironici, con toni più impostati o più comici o naturalistici, ben sapendo far risaltare in ogni momento il testo, che, diversamente da molti altri, non presenta slabbrature. (…) E qui tutti gli attori meritano intensi applausi.
Alla fine emerge evidente la forza del teatro, che parla al cuore e al cervello, senza dimenticare di far ridere, grazie al testo ben sostenuto dall’ottimo cast.
VALERIA PRINA – Spettacolinews.it

“L’operazione non può che essere un toccasana rispetto all’idea di mettersi in discussione, oltre alla possibilità di riflettere tutti insieme sull’Arte (nello specifico quella teatrale), di chi la fa e di chi la osserva (…) Gli interpreti – (oltre a Lisma) Ugo Giacomazzi, Fabrizio Lombardo, Andrea Narsi e Gianni Quillico – sono molto bravi nel dar corpo a una malinconia esistenziale, ma anche insita nella professione d’attore (…) Il testo è un botta e risposta a getto continuo (a cui si aggiungono i silenzi nei punti idonei), stando, però, alla larga da strizzate d’occhio al pubblico che, invece, viene provocato. La regia di Lisma essenziale e acuta, non fa altro che assecondare il talento di ciascun interprete, dando voce alla categoria e allo stesso tempo a sentimenti universali.”
MARIA LUCIA TANGORRA – Milanoweekend.it

“Un frizzante divertissement di teatro nel teatro di pirandelliana memoria, che gioca a scardinare e analizzare certe dinamiche sociali e non soltanto teatrali. Vi ritroviamo (…) l’impegno, che pesca nelle pellicole tra intrigo politico e terrorismo (…) l’amore per una leggerezza, che spesso volge in commedia il retrogusto caustico della satira e un immaginario, che strizza l’occhio a quel ben pensare, che nonostante tutto non ce la fa ad arrendersi ad un cinismo tanto sconsolante, quanto dilagante. (…) Per catturare, in controluce ai vizi e alle virtù di questi teatranti, i vizi e le virtù dell’italiano medio: marchettaro, sì, e, all’occorrenza, traffichino, ma poi anche capace di accendersi di brucianti altissimi ideali.”
 FRANCESCA ROMANA LINO – FATTIDITEATRO

CREDITS

testo e regia Rosario Lisma
con Rosario Lisma, Fabrizio Lombardo, Andrea Narsi, Alessio Piazza
e con Gianni Quillico
realizzazione scene Opificio Creativo di Marcello Prandina
luci Luigi Biondi
costumi Neva Viale, Simona Dondoni
tema musicale Gipo Gurrado
aiuto regia e direzione tecnica Francesco Traverso
assistente alla regia Alessia Donadio
foto Luca del Pia
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
in collaborazione con Jacovacci&Busacca

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