Sei personaggi in cerca di autore di Luigi Pirandello

Dopo Miseria&Nobiltà e I Promessi Sposi, Michele Sinisi affronta un altro grande classico della letteratura. Non solo italiana. Un testo cardine che ha lasciato un solco profondo nella storia del teatro di inizio ‘900. Sei personaggi in cerca d’autore è stato infatti per il teatro quello che la Teoria della Relatività di Einstein era stato per la fisica e la Psicanalisi Freudiana per le scienze comportamentali. Quando lo spettacolo debuttò nel 1921, al Teatro Valle di Roma, la platea contestò la pièce al grido: “Manicomio! Manicomio!”. Il pubblico si trovò di fronte a qualcosa di completamente inedito, un assalto alla forma del teatro borghese, una non-storia in cui a essere messi sotto indagine non erano solo il meccanismo teatrale e la creazione artistica, ma lo stesso rapporto tra realtà e finzione. Nel tempo, però, i Sei Personaggi sono passati da essere una pietra di scandalo a testo “classico”, da matinée per le scuole, un pezzo da museo della letteratura italiana. Mettere in scena questo testo oggi significa muoversi in una mediasfera dove il confine tra vita privata, storytelling, informazione e manipolazione è sempre più labile. Senza contare che lo stesso concetto di “io” è profondamente mutato, moltiplicandosi e sfaccettandosi su tutti i nostri device e account social, in un’oscillazione continua tra realtà e rappresentazione. A quasi cento anni di distanza, Sei personaggi in cerca d’autore è ancora l’opera che meglio indaga il nostro rapporto tra vita e arte, reale e virtuale. Tra incursioni meta teatrali, prove aperte e nuovi ospiti ogni sera, l’opera di Pirandello è l’occasione per confrontarsi con la grande domanda: che cosa rimane dell’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale?Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello – il nome dell’autore in questo allestimento è diventato parte del titolo – è uno spettacolo matrioska, se così si può dire, in cui il piano meta-teatrale già presente nel testo viene portato all’estremo generando un cortocircuito dove attori, personaggi e pubblico convivono e si mescolano in un happening unico e irripetibile ogni sera. Ad ogni replica, infatti, fra gli attori del cast irromperanno sul palco altre persone/personaggi a sorpresa – protagonisti del panorama teatrale – che interpreteranno una scena dello spettacolo destinata poi ad essere riprodotta come in uno specchio riflesso all’infinito. In un gioco di rifrazioni che userà ogni mezzo tecnologico a disposizione per ricreare il qui e ora dello spettacolo.

ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA

Un Pirandello in jeans e leggins, con gli attori a tu per tu col pubblico come fosse un varietà, con il gioco surreale di un vero spettacolo di una compagnia ospite che si inserisce nello spettacolo a un certo punto, dirette Facebook e in generale tutto un clima da guitti…. non è solo una bizzarra messa in scena di un classico, ma un atto culturale.
A.Bandettini, La Repubblica.it

Dissolto l’eterno tranello/ritornello verità/finzione, in cui periodicamente ripiombano, Sinisi riconsegna i sei personaggi alla più radicale e vorace contemporaneità. Sono loro, del resto, storicamente, gli unici autorizzati a farsi e disfarsi del proprio peso drammatico, come del proprio involucro psicanalitico. Sinisi lo sa. Li sfrutta e non fa sconti. Con esuberanza e arroganza li martirizza. Li scompone e destruttura. Li inquina. Ma il bello è che il supplizio funziona. Il dispositivo marcia senza intoppi. Coì alla fine, pur squassati nel vortice dell’ingombro virtuale, fra schermi youtube google telefonini playlist, e disorientati da altri ospiti inattesi, essi ritrovano, integra e intatta, la loro ambigua, dolorosa umanità. L’originario, indistruttibile imprinting pirandelliano.
G. Rizza, Il Manifesto

Sinisi consegna allo spettatore un oggetto complesso, prismatico, pronto a esplodere, nel quale la complessità e la partecipazione rappresentano l’innesco e l’obiettivo imprescindibili dell’esperienza.
A. Pocosgnich, Teatro&Critica

Un duplice dramma dell’inautenticità, dove fisiologicamente la forma travalicherà il contenuto: Sinisi crea un gioco di rifrazioni infinito, una centrifuga sovraccarica di elementi eterogenei che disintegrano lo spazio teatrale e scompongono le strutture drammatiche fino ad implodere. Il minimo comune denominatore fra le suggestioni proposte è lo sfondo mediale, la protesi tecnologica che, esattamente come nel lavoro di Sinisi, si infiltra nei modi più randomici nei meandri dell’esistenza, senza sovvertirla, ma totalizzandola al punto da non riuscire più a distinguere cosa sia reale o virtuale
F. Congionti, Birdmen Magazine

Qui si spezza il cordone ombelicale che lega la realtà, il verosimile teatrale, alla finzione. I due mondi si confondono: le parole d’ordine sono partecipazione a tutti i livelli. Attori, personaggi, ospiti e pubblico, uniti e in continuo movimento.
F. Francione, Il Cittadino di Lodi

Sinisi, dunque, si e ci pone una domanda tanto ovvia quanto determinante: se Pirandello è diventato egli stesso un personaggio in cerca d’autore, chi è, oggi, l’autore di Sei personaggi in cerca d’autore? E la risposta non può che essere questa: è ciascuno di noi. Più esattamente, possiamo e dobbiamo essere noi, quell’autore, se vogliamo sottrarre (o, almeno, tentare di sottrarre) il testo eponimo in parola alla museificazione indotta, per l’appunto, dall’infinità dei suoi allestimenti consumistici.
E. Fiore, Corriere del Mezzogiorno

Qui mi sentirei proprio di chiudere la riflessione ricordando la dimensione assoluta, direi apicale dei segni di Federico Biancalani nelle costruzioni sceniche di Michele Sinisi. Direi che Biancalani, in questo momento, rappresenta un segno artistico di assoluta novità e pregnanza nel panorama teatrale italiano. Uno dei pochi fautori di una scenografia dinamica, potremmo dire performativa, capace di sommare l’artigianalità in movimento con corde e carrucole a un simbolismo accrescitivo che gioca sull’elemento dimensionale. Tre anni fa furono gli spaghetti in Miseria e Nobiltà, l’anno scorso la zecca che portava la peste ne I promessi sposi. Quest’anno un’altra geniale trovata. Vale il biglietto già solo lui!
R. Francabandera, PaneAcquaCulture

Michele Sinisi, che oltre ad aver firmato la drammaturgia è anche attore e regista dello spettacolo, ha attuato una scelta coraggiosa e lodevole, anche se non immediata. Lodevole tutto il cast, che oltre a Sinisi comprende: Stefano Braschi, Marco Cacciola, Gianni D’Addario, Giulia Eugeni, Marisa Grimaldo, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Adele Tirante. Le scene di Federico Biancalani sono notevoli nella loro semplicità.
R. Usardi, Modulazionitemporali

CREDITS

drammaturgia Francesco M. Asselta, Michele Sinisi
regia Michele Sinisi
aiuto regia in scena Nicolò Valandro
con Stefano Braschi, Marco Cacciola, Gianni d’Addario, Giulia Eugeni, Marisa Grimaldo, Stefania Medri, Donato Paternoster, Marco Ripoldi, Michele Sinisi, Adele Tirante
scene Federico Biancalani
assistente alle scene Elisa Zammarchi
direzione tecnica Rossano Siragusano
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Sala Umberto di Roma
con il sostegno di Next Laboratorio delle Idee & Festival Castel dei Mondi di Andria
foto di Luca del Pia

SI RINGRAZIANO GLI ALLIEVI E LE ALLIEVE DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA PER IL CONTRIBUTO ALLA COSTRUZIONE DELLE SCENE
SEI PERSONAGGI DIVERSI OGNI SERA

DEBUTTO marzo 2019, Teatro Fontana, MILANO

DURATA 1 ora e 30 senza intervallo

TOUR

25 febbraio Forlì, Teatro Testori
25 febbraio-10 marzo Roma, Teatro Sala Umberto
12-24 marzo Milano, Teatro Fontana
25 marzo Piombino, Teatro Metropolitan

MEDIA

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