Le intellettuali (titolo originale Les femmes savantes) furono date per la prima volta a Parigi, al Palais Royal, l’11 marzo 1672. La scena si svolge in una “casa”, quella del ricco borghese Crisalo.
Le intellettuali (titolo originale Les femmes savantes) furono date per la prima volta a Parigi, al Palais Royal, l’11 marzo 1672. La scena si svolge in una “casa”, quella del ricco borghese Crisalo. Clitandro, rifiutato da Armanda, figlia di Crisalo e Filaminta, vuole sposare la sorella di lei, Enrichetta. Il padre è favorevole al matrimonio ma la madre, amante della cultura e della scienza, la vuole invece dare in sposa a Trissottani, un pedante vanesio idolatrato da lei e dalle altre due “intellettuali” di casa, Armanda e la zia Belisa. Il contrasto tra padre e madre per la scelta del genero si risolve nel momento in cui arriva il finto annuncio che la famiglia di Enrichetta è completamente rovinata economicamente, annuncio portato da Aristo, zio delle ragazze. Trissottani, infatti, interessato a sposare una ricca ereditiera, si tira subito indietro, lasciando via libera a Clitandro. Le intellettuali è uno dei testi più particolari e interessanti del commediografo francese ma è sicuramente meno conosciuto e meno rappresentato rispetto ad altri suoi grandi classici come “Il Tartufo”, “Il Misantropo” o “La scuola delle mogli”. Uno dei motivi principali è la mancanza del protagonista assoluto tanto caro ai primi attori, ma altrettanto importante è il fatto che la commedia pare “non avere centro” per la ricchezza infinita di prospettive che offre. Vi si celebra continuamente il potere ma “ è potere la cultura, ed è potere l’ignoranza; è potere l’intellettuale, ed è potere la serva di casa; è potere la tradizione ed è potere la novità; è potere il maschio ed è potere la femmina: perché il potere non ha sede né volto, cambia faccia e posizione a seconda di chi lo detiene”, come nota Cesare Garboli. Per noi oggi sono proprio questa “mobilità” estrema del potere, questo continuo cambio di prospettive, questa coralità priva di “grandi personaggi” a renderla invece particolarmente interessante e contemporanea. E a consentirci di ridere di molti nostri atteggiamenti.
Con Le intellettuali prosegue il lavoro di Monica Conti su Molière iniziato nel 2002 con Il medico per forza interpretato da Gianrico Tedeschi e tradotto appositamente da Cesare Garboli per quella edizione. Per gli attori Molière è ricerca, invenzione, laboratorio e follia. Per questo lavoro Elsinor costituisce una straordinaria compagnia, con un notevole sforzo produttivo.

NOTE DI REGIA
Le intellettuali sviluppa il noto schema delle nozze ostacolate, in cui il solito trucco provvidenziale delle lettere scioglie i nodi e fa correre al lieto fine. Teatralmente questa storia regge solo a patto che si presti fede alla “finzione” perché, come nota Cesare Garboli: “né la famiglia, in Femmes Savantes, né la cultura sono valori di primo grado, quanto spazi di un discorso teatrale, luoghi di una finzione. Molière usa questi valori, li sbuccia, li tradisce, li tratta come prese di posizione il cui movente è opportunistico”. Testo fluttuante in varie direzioni, senza un centro, per me è stato importante collocarlo in uno spazio che potesse contenere la finzione e la verità tra le relazioni dei personaggi. Ho chiesto a Domenico Franchi di creare un palcoscenico “teatro-casa-chiesa”, abitato da meccanismi attirati dal potere. Uno spazio diviso in due parti, così come due sono gli schieramenti: fautori dell’intelletto e fautori della materia, esseri disarmonici, privi di equilibrio tra corpo e mente, tesi unicamente ai propri interessi personali. Un luogo in cui tutto è Potere: la cultura e l’ignoranza, il maschio e la femmina, la tradizione e la novità, in una giostra che mi ricorda un circo, in cui tutto gira e passa, in cui i grandi personaggi sono morti, in cui Trissottani ha preso il posto di Tartufo, e in cui si muovono uomini-burattini. Moliére, ora, pare credere solo alla verità del Teatro, ai gesti sacri e irridenti della scena che poi svaniscono.
Monica Conti

CREDITS

di Moliere
traduzione Cesare Garboli
adattamento e regia Monica Conti
con Maria Ariis, Stefano Braschi, Marco Cacciola, Monica Conti, Federica Fabiani, Gaia Insenga, Miro Landoni, Stefania Medri, Roberto Trifiro’
scene e costumi Domenico Franchi
disegno luci Antonio Zappalà
musiche Giancarlo Facchinetti
direzione tecnica Rossano Siragusano
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale

MEDIA

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