Gran varietà

Recuperando con spirito arguto il repertorio della ribalta minore, dell’avanspettacolo, del caffè-concerto, della rivista, Gennaro Cannavacciuolo si immerge in una lunga promenade a ritroso negli anni, attraverso i tempi e i modi espressivi di uno show a “luci rosse”, sottile monito a non scandalizzarsi più di tanto. Un affresco splendido, distensivo ma colto, comico ma anche sentimentale, del periodo compreso tra gli anni 1880 e 1940.
 
Gennaro Cannavacciuolo è un narratore che canta la vita privata ed artistica di Milly.
Il recital, in due tempi, traccia una biografia con le canzoni più emblematiche della cantante-attrice piemontese, dove ogni brano è stata scelto per sottolineare un momento significativo della sua vita e della sua carriera.
In un quadro scenografico elegante, con luccichii da sera sul nero dominante, composto da gigantografie che ritraggono vari momenti della vita di Milly e che Gennaro fa ruotare nei momenti clou della narrazione, si parte con il varietà degli Anni ‘20, sulle note di “Era nata a Novi”, “Le rose rosse” , “Donne e giornali” e “Mutandine di chiffon”. Si narra poi del flirt tra Milly e il Principe Umberto, ma anche dell’amore disperato di Cesare Pavese che la cantante mai poté ricambiare e da cui ricevette lettere infuocate. Si prosegue con le note di “Parlami d’amore Mariù”, che sottolineano l’incontro con Vittorio De Sica da cui sfocerà un’eterna amicizia.
Un revival del periodo francese evocato da “Mon manège à moi” e “Paris canaille” chiude il primo tempo.
Il cavallo di battaglia “Si fa ma non si dice” apre il secondo tempo e introduce l’incontro con Strehler, raccontato e cantato attraverso alcune delle canzoni più significative di Brecht, quali la “Ballata della schiavitù sessuale”, “Surabaya Johnny” e la “Ballata di Mackie Messer”.
Quindi un brano recitato de “l’Istruttoria” di Peter Weiss (processo di Auschwitz a Francoforte), testo che Milly interpreterà per la prima volta in Italia con grande successo.
Lo spettacolo continua con l’incontro fortunato con Filippo Crivelli che creerà per lei i famosi “recital” nei quali Milly, oltre a cantare il repertorio brillante del variété, introdurrà quello di Brecht-Weill ed i testi più significativi dei cantautori e musicisti degli anni 60-70, quali Endrigo, Lauzi, De Andrè, Aznavour e Piazzolla, qui riproposti in un’intensità crescente.

CREDITS

di e con Gennaro Cannavacciuolo
pianoforte Dario Pierini
sax contralto Andrea Tardioli
regia di Gennaro Cannavacciuolo
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale

MEDIA

Torna su