#NUOVAPRODUZIONE debutto Teatro Fontana di Milano
Festen è la storia del tabù più grande che possiamo immaginare, qualcosa che la società ha difficoltà a guardare negli occhi. È una festa di famiglia per celebrare i 60 anni del patriarca; è una rivoluzione per ribaltare un mondo che non ci piace, quello dei nostri padri.
Marco Lorenzi
Tratto dall’omonimo film cult del 1998 scritto e diretto da Thomas Vinterberg, Festen è il racconto di un abisso: addentrarsi in esso significa esplorare un luogo sconosciuto dove la normale percezione del reale pare vacillare e i polsi tremano per le vertigini.
In questo campo minato il teatro è costretto a spingersi al di là del limite, in uno spazio mai esplorato: a costo di sbagliare, di venire meno a se stessi, è necessario muoversi al di fuori dal tracciato per accettare il rischio.
Una festa di compleanno del capostipite di una ricca famiglia danese si trasforma in un gioco al massacro volto a mettere in discussione, in un crescendo di tensione, il precario equilibrio familiare fondato su rapporti ipocriti, indicibili segreti, relazioni di potere malsane. Ad accendere la miccia il discorso di auguri del figlio maggiore Christian che porterà alla disgregazione della maschera dietro alla quale è nascosto il lato oscuro della famiglia.
L’opera scava all’interno dei tabù più scomodi, affrontando la relazione con la figura paterna, il rapporto con il potere, con l’autorità imposta. Impossibile non pensare dunque ad Amleto, alla tragedia greca ma anche all’universo favolistico dei Fratelli Grimm. Chi potrebbe mai tentare di rovesciare il mondo dei nostri padri? Il loro modo di pensare, la loro visione della vita, i loro progetti futuri modellano l’esistenza dei posteri, lasciando la loro impronta per sempre. Festen è una sfida alla ricerca dell’impossibile: guardare questo mondo con occhi diversi, esplorare spazi non ancora battuti. Fare la rivoluzione.